Chiesa Parrocchiale
Situata nel centro del paese, affiancata alla casa parrocchiale (caratterizzato dal Porticato di San Benedetto, dove inoltre sorgeva la chiesetta del santo, risalente al 1300; ad oggi questa è visibile solamente dagli affreschi quattrocenteschi rimasti dopo la ristrutturazione del 1970.) ed all’oratorio dedicato a San Francesco d’Assisi.
La Chiesa Parrocchiale venne costruita tra il 1670 ed il 1760, dai famosi f.lli Caniana di Alzano, sopra la più antica ma più piccola chiesa quattrocentesca di cui rimane una pietra datata 1462, proprio accanto al portone d’ingresso
La Parrocchiale è uno scrigno di tesori d’arte, frutto di donazioni avvenute soprattutto, durante il periodo in cui Serina faceva parte della Repubblica di Venezia.
Entriamo in Chiesa direttamente dal portale centrale che è sovrastato da un imponente capitello; qualora fosse chiuso, spostiamoci sulla porta di sinistra sempre aperta.
Classico esempio di chiesa settecentesca ad unica navata è caratterizzata dalla presenza di sei altari laterali oltre a quello maggiore. Dal portone centrale, possiamo ammirare sulla destra alcuni affreschi quattrocenteschi sormontati dal grande dipinto dedicato a Sant’Orsola opera di Maffeo da Verona. Qui era ubicato un altare che insieme a quello di fronte venne soppresso nell’ottocento. Da sottolineare che durante i restauri del 1975, la chiesa venne riportata allo stile originario togliendo le parti barocche. Sotto il pavimento, durante gli ultimi lavori del 2011, riemersero antiche tombe di nobili serinesi. Tali tombe però, essendo già state svuotate al tempo delle riforme napoleoniche, si è preferito ricoprirle nuovamente, non prima di averle censite e documentate anche fotograficamente.
Sul lato opposto, il grande polittico della “Presentazione della Vergine”del Palma il Vecchio. Restaurato nel 2014 e completato con degna cornice costruita su notizie dell’originale andato perduto nell’ottocento, questa superba e maestosa opera è composta da 6 tavole raffiguranti, partendo dall’alto a sinistra, Sant’Apollonia, San Giuseppe ed il Beato Alberto Carmelitano; nel registro inferiore, San Giovanni evangelista , la presentazione della Vergine e San Francesco
Lasciamoci coinvolgere dal capolavoro di quel grande artista che è Jacopo Valle Nigretti
Il primo altare che incontriamo a destra è dedicato alla Madonna del Rosario: La statua originale, ora custodita in sagrestia è opera di Andrea Fantoni ed ha la particolarità di poter cambiare d’abito in base alle ricorrenze religiose. Interessanti, sui lati, i dipinti del 15 misteri del rosario: opera del Gualdi e del Galbiati.
L’altare di fronte, pur dedicato all’Immacolata Concezione, è detto dalla gente di Serina, del Sacro Cuore, perché qui, durante la prima guerra mondiale, si mise la statua ed un quadro raffigurante il Cristo a cui vennero affidati i giovani partiti per il fronte e così è stato per le guerre successive e non solo per quelle. La pala d’altare raffigurante l’ Immacolata e San Feliciano è opera del Gualdi, le due statue raffiguranti l’umiltà e la purezza sono del Fantoni, gli stucchi del Camuzio mentre i sette medaglioni laterali sono del veneziano Daggiù.
Appena superato questo altare, troviamo il monumento e la tomba del “Cardinale Felice Cavagnis”
Il secondo altare sulla destra è detto “Dei Morti” . In questo altare erano custodite le spoglie del compatrono San Feliciano, qui traslate nel 1655 : la grande tela raffigurante la Madonna con i santi Paolo e Nicola da Tolentino è di Palma il Giovane e le sculture sommitali raffiguranti il tempo, l’eternità e l’Angelo con la tromba sono opera di Andrea Fantoni.
L’altare di fronte è quello del “Redentore” con la pala d’altare di Palma il Vecchio: facente parte di un polittico a cinque scomparti, comprendente anche le raffigurazioni di San Filippo e San Giacomo, venne smembrato nell’ottocento: le due figure laterali, si possono ancora ammirare in sagrestia, mentre delle due tavole superiori una è all’Accademia Carrara e l’altra è andata purtroppo perduta. “Il Risorto”, dalla fine settecento, fa parte di un unicum completato da pittori di scuola veneta inserito nell’altare ligneo opera sempre del Fantoni.
Curioso poter ammirare i due Palma, zio e pronipote, uno di fronte all’altro. Al di là della reciproca qualità creativa e pittorica, notevole la differenza dei colori e delle ombre: la vivacità del Rinascimentale Palma il Vecchio è soppiantata dalla tenebrosità della Controriforma nel Palma il Giovane.
Sopra il portone della sagrestia, campeggia l’importante organo settecentesco, opera del Serassi,il massimo organaro europeo dell’epoca. L’altare, come il pulpito e tutte le opere lignee, sono frutto dei mastri Caniana che operarono in stretta collaborazione col Fantoni, autore delle famose opere lignee delle sagrestie di Alzano Lombardo.
Dietro l’altare, sopra il coro, campeggia la maestosa pala dell’Annunciazione opera del Cesareni ed ai lati gli imponenti affreschi di G.Battista Rodriguez.
Addentrandoci nella sagrestia troviamo dipinti di immenso valore. Ci soffermeremo solo sui più importanti. Su tutti, le due tavole raffiguranti San Filippo e San Giacomo, sempre di Palma il Vecchio che facevano parte del polittico del Redentore precedentemente citate; Del Ceresa possiamo ammirare ben 6 quadri, su tutti le tele di Sant’Ambrogio e Santa Monica: da notare in basso ad entrambe lo stemma della famiglia Valle: leone rampate dorato in campo rosso,con le iniziali del committente, Antonio Valle. Di Rizzo da Santa Croce possiamo ammirare una splendida Pietà e le tele raffiguranti San Pietro e San Giovanni Battista. Del Previtali le raffigurazioni di San Nicola da Tolentino e San Pietro Martire trafitto da coltelli. Altre opere presenti sono del Donzelli, del Pezzotta e Bonaldi mentre lo stendardo in oro è di Antonio Palma, padre di Palma il Giovane e quello raffigurante Santo Portacroce è del Donzelli. Oltre a questi, ma non visibili, occorre dire della notevole collezione di paramenti sacri tra le più importanti della provincia di Bergamo.
Insomma, Serina oltre ad essere un gioiello incastonato tra gli amati Monti delle Prealpi Orobie ci pare essere uno scrigno contenente
interessanti storie di artisti, opere, monumenti di fama nazionale e, addirittura, mondiale.