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Serina si caratterizza per un patrimonio storico, culturale e ambientale decisamente raro per un paese di montagna, che ne fa un piccolo gioiello incastonato tra i monti bergamaschi. La prima fonte storica che cita Serina risale al XXII
secolo. La tradizione racconta che a fondare Serina siano stati due fratelli alemanni: uno, Ceronio, si fermò nella località dove ora sorge Lepreno; l'altro, un certo Carrerio, diede inizio all'insediamento di Serina con la contrada Carrera. Di certo si sa che dal primo casato serinese dei Carrara ebbero discendenza tre famiglie: i Carrara, i Valle e i Tiraboschi.

Le prime informazioni di Serina si fanno risalire al XII secolo. Il primo nucleo abitativo organizzato del territorio comunale è la frazione di Lepreno, che per alcuni secoli fu centro religioso e commerciale. I vicini di Lepreno, incoraggiati dalla progressiva cessione da parte del vescovo dei suoi diritti su quelle terre, fin dal 1186 poterono assicurarsi l’uso dei monti circostanti per la pratica delle loro attività di sostentamento. È probabile che già a quel tempo la vita delle contrade serinesi cominciasse a farsi animata, seppure in condizione di dipendenza, quantomeno amministrativa, dalla vicinia di Lepreno. Dalla fine del XV secolo, sicuramente perché attraversata dall’antica Via Mercatorum che collegava Bergamo ai Grigioni Svizzeri, Serina vide un notevole sviluppo urbanistico e demografico che la portò, in breve tempo, ad essere il più popoloso ed importante paese montano della bergamasca. Serina, come tutto il bergamasco, per circa un secolo subì vari cambi di governo, fra cui anche la signoria dei Visconti di Milano. Successivamente dal 1434 al 1797, Serina ufficialmente divenne una dominazione veneta, durante la quale divenne il capoluogo della Valle
Brembana superiore e quindi sede di un Vicario. Questo periodo fu piuttosto florido, molti Serinesi decisero di andare a Venezia per trovare lavoro e migliorare le proprie condizioni di vita. Nel 1797, con il trattato di Campoformio, tutto il territorio italiano finì sotto l’influenza francese e, dopo la caduta dell'Impero francese, il territorio precedentemente appartenuto alla Serenissima fu annesso all'Impero austriaco. Da qui poi la storia di Serina si intreccia con il Risorgimento italiano e la successiva Unità d'Italia.

Lo stemma di Serina è rappresentato da una Sirena bicaudata contornata da tre stelle, la tradizione vuole che le tre stelle rappresentino i tre casati più importanti e la sirena sia una metafora indicante l'abitato. Questo stemma è spesso utilizzato dalla famiglia Carrara congiuntamente alla botte (vero stemma del casato) posizionato nella parte inferiore. I colori di Serina sono il blu e il giallo che si rifanno ai colori dello stemma.

Centro storico
Il centro storico si distingue per l’originale disposizione longitudinale, che si sviluppa sulla lunghezza di più di un chilometro con il dislivello di un centinaio di metri. La porzione meridionale del paese corrisponde alla contrada del Bosco, ai lati di via  Tiraboschi. Proseguendo oltre la chiesa di San Rocco, il percorso continua in salita e si apre nello slargo di piazza Umberto I, dove si trovano alcune abitazioni civili risalenti ai primi del Novecento, secondo un liberty locale. Dalla piazza si distacca via
Palma il Vecchio, che introduce al convento e alla chiesa della SS. Trinità, ai confini di quella che anticamente era chiamata la contrada Maurizio (in vicolo Mauritiorum). In posizione centrale si ammira il monumento a Palma il Vecchio realizzato nel 2015 dall’artista locale Paolo Bonaldi. A seguire, un maestoso complesso monumentale unisce la settecentesca Ca di Rafaèi e la chiesa dedicata a Santa Maria Annunciata e a San Feliciano. Vicino al lato nord della chiesa, si notano gli archi in pietra del porticato di S. Bernardino e la sede del Consorzio della Misericordia.

Costeggiando la scalinata della chiesa ci si introduce nella contrada di Mèza Ca - oggi via Cardinal Felice Cavagnis. A rendere testimonianza di un uso secolare della pietra locale con finalità non solo funzionali ma anche artistico-artigianali, troviamo la facciata di un’abitazione che conserva il gusto quattrocentesco e lo scrosciare di una fontana secentesca decorata con tre pinnacoli scolpiti nella pietra. Poco oltre si viene introdotti nella contrada di Piazza - via Vittorio Emanuele II - centro storico- amministrativo del distretto vicariale denominato Valle Brembana superiore. La sede ufficiale del vicario veneto era posta nell’edificio sulla cui facciata campeggia il possente Leone di San Marco. Sul lato opposto della strada è collocata la “fontana del vicario”, mentre sul fondo la chiesa dedicata a Santa Margherita.

Sul lato destro della via si stacca un breve percorso verso la contrada Castello. In ideale continuità, ma distaccate a nord rispetto all’asse principale del centro storico, si trovano le due contrade di più antica tradizione: Carrera e Valle. Carrera, a mano destra, lega il suo nome alla famiglia Carrara, dal cui aggregato familiare si formò la comunità serinese. Le chiese presenti furono dedicate in origine ai santi Antonio di Padova e Tommaso d’Aquino e più tardi anche a Sant’Antonio Abate.
Sul versante sinistro la contrada Valle, in un assolato avvallamento, sede dell’attività contadina praticata nei secoli. Deve il suo nome ai natali del pittore Palma il Vecchio (Jacopo Nigretti della Valle).


Bibliografia
http://culturabrembana.com/valle-brembana-una-terra-da-scoprire/

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