L’accordo per l’edificazione del Monastero fu stipulato il 18 luglio 1627, tuttavia, per procedere ai lavori fu necessario ottenere il via libera sia da parte dell’autorità civile centrale, Venezia, concessa dal Serenissimo Principe Francesco Erizzo nel 1634, sia da parte dell’autorità pontificie avvenuta nel 1639 per mano del papa Urbano VIII (Maffeo Vincenzo Barberini). Il 10 maggio 1643, nel contesto di una importante cerimonia alla quale partecipò tutta la popolazione e il clero, fu posata la prima pietra. Non è noto l’autore della progettazione del Monastero. L’esecuzione si sviluppò in modo unitario, previo sgombero dell’area. Sulla stessa era presente la chiesetta dedicata a S. Carlo Borromeo, demolita con l’impegno di dedicare un altare a S. Carlo nella nuova chiesa del monastero SS. Trinità. I lavori di costruzione, durati trentadue anni, si conclusero nel 1675; l’inaugurazione avvenne l’anno successivo con l’ingresso delle monache. Venne assegnato il titolo di SS. Trinità al monastero e parimenti alla Chiesa, consacrata nel 1677 dal vescovo di Bergamo Daniele Giustiniani.
Si stima che la spesa complessiva sostenuta da P. Tiraboschi si attesti a “circa cinquanta mila ducati oltre la dotazione degli stabili”. La vita claustrale procedette fino al 1810, anno in cui fu emanato il decreto di Napoleone che ordinava la soppressione di tutti gli Istituti religiosi. Il Convento fu messo all’asta e acquistato da un cittadino di Almenno, il quale lo cedette ai corpi morali di Serina (Comune, Fabbriceria e Congregazione di Carità). Intorno al 1830 ne fu concesso l’uso ai frati minori riformati di S. Francesco fino al 1876, nonostante una nuova legge di soppressione (1866). Il 1° giugno 1895 le Suore dette di Maria Bambina vi fecero il loro ingresso ed istituirono un asilo infantile; il Comune aveva adibito il piano terreno a scuola elementare e a sede del proprio ufficio. Nel 1900 i tre enti morali, proprietari del Monastero, cedettero lo stesso alle Suore di Carità, finché lo stabile venne successivamente venduto nel 1990 al Comune di Serina. Oggi il Monastero è sede del centro anziani locale, gestito dalla cooperativa “In Cammino”.
Usufruiscono di questo servizio le persone anziane che non soffrono di particolari limitazioni dell’autosufficienza, ma si sentono insicure nella loro abitazione o vivono con particolare
sofferenza la condizione di solitudine.
Le finalità della casa sono:
– mantenere/recuperare il maggior grado di “benessere” psico-fisico-sociale della persona;
– evitare/ridurre i rischi d’isolamento ed emarginazione;
– prevenire cause che possono sfociare in ricoveri impropri.
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Le stanze del monastero circondano due cortili (maggiore e minore) e una chiesa. La chiesa è stata dedicata alla SS.Trinità; la pianta è a croce latina, la navata ha un soffitto basso per la presenza di coro, a cui si può accedere attraverso due porte ai lati dell’altare maggiore. Gli ampi finestroni sotto la cupola illuminano l’Altare maggiore e le due cappelle laterali, una dedicata alla Madonna del Rosario, l’altra a San Carlo Borromeo, patrono della Contrada Maurizio dove sorge il
Monastero. La chiesa è ornata di stucchi eseguiti in tempi diversi; quelli che coprono i sottarchi rappresentano le margherite; in esse l’artista ha inteso forse simboleggiare le umili ragazze di Serina e della Valle per le quali il generoso benefattore aveva voluto e dotato il Monastero. Sopra l’altare maggiore è presente un dipinto di Palma il Giovane (1549-1628): “La SS. Trinità”. All’altare della Madonna del Rosario si trova il dipinto: “Madonna col Bambino, S. Domenico e Santa Teresa; L’eterno Padre e angeli musicanti”, tela attribuita a Carlo Ceresa (1609-1679), anche se non se ne ha la certezza. All’altare di S.Carlo è presente invece: “San Carlo Borromeo, San Francesco, La madonna ed altri Santi” di Giovanni Carobbio di Nembro (1691- 1752).
Bibliografia: http://culturabrembana.com/valle-brembana-una-terra-da-scoprire/