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La fondazione della chiesa prepositurale di Serina poggia su elementi piuttosto incerti. Una prima indicazione cronologica sicura deve necessariamente riferirsi al 1449, anno in cui la parrocchia di Serina si rese pienamente autonoma. Si ha motivo di pensare che in quell’epoca sia stato avviato un ampliamento della chiesa preesistente, sebbene non sia possibile definire con precisione i particolari di quell’impresa. Tracce dell’antica struttura si possono individuare nel profilo di una finestra aperta sul fianco meridionale della Chiesa e in un affresco datato 1477, rinvenuto presso l’altare di S. Orsola.

Come è noto, il Settecento suscitò un fervore innovativo che coinvolse buona parte degli edifici sacri, trasformandone l'impianto architettonico secondo il gusto tardo-barocco, coltivato anche a Bergamo. A Serina vari decenni di quel secolo furono impiegati nella realizzazione di una vasta opera di rinnovamento dell’edificio della chiesa, che venne assumendo l’assetto attuale su disegno del più geniale esponente di una famiglia di artisti bergamaschi, l’architetto e intarsiatore Gian Battista Caniana (1671 –1754).

Lungo tutto il Settecento i serinesi diedero segni di fervido attaccamento alle secolari tradizioni religiose che convergevano sulla loro chiesa; si cominciò fin dai primi decenni con la costruzione del coro e delle sagrestie. I lavori di edificazione e di direzione dei lavori vennero affidati al capomastro Alessandro Piazzalunga di Bergamo. Il rito della consacrazione con l’antico titolo di S. Maria Annunciata ebbe luogo il 26 luglio 1760. Ne risultò l’elegante costruzione che ancora oggi evidenzia in esterno una facciata modulata in doppia partitura sovrapposta, divisa da un aggettante cornicione orizzontale che gira sui fianchi; sulla porta d’entrata un protiro snello reca testimonianza della chiesa precedente portando incisa nell’architrave la data 1640. Sulla parete situata a mezzogiorno, una meridiana composta di un triplice quadrante solare ricorda al passante l’inesorabile fluire del tempo. La pianta della chiesa è a navata unica rettangolare allargata al centro per consentire l’innesto della cupola emisferica; una sequenza di lesene corinzie scandisce lo spazio dei sei altari laterali. Considerata in uno sguardo riassuntivo d’insieme, la progettazione lascia intravedere l’evoluzione della sensibilità architettonica del Caniana verso un graduale  avvicinamento alla poetica neoclassica.

Opere d'arte in chiesa e in sacrestia
La chiesa fu mantenuta in “stato di bellezza” grazie alla solerzia dei parroci e alle generose contribuzioni della popolazione. Nella rivisitazione delle numerose opere d’arte presenti in chiesa iniziamo con la “briosa scioltezza” dei grandi affreschi che decorano le pareti e la volta. Autore dell’imponente ciclo artistico è il pittore comasco Giovan Battista Rodriguez, che lo eseguì nel 1750. Nell’affresco in controfacciata, sopra la porta d’ingresso, è raffigurata la Fuga in Egitto; nel coro sono dipinte l’Adorazione dei pastori e l’Adorazione dei Magi; nel presbiterio l’Educazione di Maria e la Presentazione di Gesù al Tempio. Nei pennacchi della cupola sono rappresentati in quattro affreschi gli Evangelisti; nella cupola, sopra l’anello e in corrispondenza dei pennacchi, troviamo rappresentate in altrettante pitture le Virtù teologali: Fede, Speranza, Carità, nel tondo centrale la Gloria di Maria. La chiesa presenta sette altari. Primo altare a sinistra. Altare della Presentazione: polittico della Presentazione della Vergine di Palma il Vecchio (Serina, 1480ca - Venezia, 1528), autentica gloria locale; gli affreschi ornamentali dell’altare sono del pittore quadraturista bergamasco Bernardo Brignoli (1735-1793).

Secondo altare a sinistra. Altare dell’Immacolata Concezione: ornamenti a stucco dell’artista ticinese Muzio Camuzio (1717-1777) che si avvalse della collaborazione Eugenio Camuzio. Ai lati e nel sottarco dell’altare troviamo sette tele ovali di Francesco Cappella detto Daggiù, che raccontano la Vita di Maria (Storie della Vergine). Ai lati dell’altare due statue lignee realizzate nel 1782 da Donato Andrea: a sinistra l’allegoria dell’Umiltà, a destra della Purità. A lato dell’altare dell’Immacolata si trova la tomba del cardinal Felice Cavagnis (1841-1906). Terzo altare a sinistra. Altare del Redentore: tre tavole del polittico (originariamente a cinque scomparti) della Resurrezione (1520ca) di Palma Il Vecchio; in posizione centrale la tavola del Cristo Risorto; a sinistra S. Filippo, a destra S. Giacomo.

Primo altare a destra. Altare di S. Orsola: tela di Maffeo Verona, Martirio di S. Orsola e delle Compagne; la cornice, nella quale sono incastonate quattro medaglie con scene della vita di S. Orsola, è residuo dell’ancona realizzata nel 1648 dal magister lignaminis Antonio Carrara Bora. Sulla parete dell’altare è stato recuperato un affresco datato 1477 appartenente all’antico altare di S. Stefano in cui sono rappresentati: il Martirio di S. Sebastiano, il domenicano S. Pietro Martire (in alto ma destra) e l’agostiniano S. Nicola da Tolentino (in basso a destra).

Il secondo altare a destra è l’altare della Madonna del Rosario dei Camuzio. Sull’altare splende la figura della Beata Vergine del Rosario. Ai lati e nel sottarco dell’altare 15 medaglioni con i Misteri mdel Rosario. Il Terzo altare a destra è l’ Altare dei Morti. Sulla cimasa tre statue lignee di Fantoni. Ai lati dell’altare due statue lignee. L’altare maggiore, di cui la lavorazione lignea appartiene ai caniana. Sulla parete di fondo c’è la tela con il tema dell’Annunciazione. Sul finire del 1700 Caniana disegnò le cantorie e il pulpito.

 

L’organo, è dotato di duemila canne. Visione centrale dell’altare maggiore Nella sagrestia della chiesa, c’è una ricca dotazione artistica, tra le più importanti opere quelle di Andrea Previtali, Francesco Rizzo, Maffeo Verona e Carlo Ceresa.

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